La termografia aerea ora viene eseguita da droni

Fra tutte le funzionalità che un drone può offrire, l’analisi termografica o termografia è, forse, una fra le funzioni più utili, tanto da renderlo uno strumento indispensabile per tutte quelle realtà che abbiano a che fare con l’edilizia, tanto per citare un caso.

La tecnologia del drone lo rende versatile

Come accennato precedentemente, il drone non è altro che un insieme di componenti quali batteria, motori elettrici, scocca in fibra di carbonio, alluminio o plastica il tutto coadiuvato da una scheda elettronica che, ormai in quasi tutti i modelli, si occupa di gestire anche il posizionamento del velivolo nello spazio, sfruttando accelerometri, giroscopi e, soprattutto, un modulo di geolocalizzazione. Pilotarlo, dunque, non richiede determinate conoscenze o abilità ma è comunque necessaria dell’esperienza, per entrare in confidenza con lo stesso, capire quanto il proprio modello possa resistere in volo con un utilizzo normale prima della scarica e valutarne le potenzialità.

Sempre negli ultimi periodi, i droni sono predisposti per connettere un cosiddetto gimbal; si tratta di un elemento attivo con, generalmente, tre motori in grado di compensare gli spostamenti in volo e consentire a una telecamera (in genere una action cam piccola e leggera) di effettuare riprese stabili e di una certa professionalità. Inoltre, essi sono controllabili singolarmente da terra tramite il telecomando, concedendo al pilota la piena manovrabilità della videocamera in caso di necessità. Sempre nei dispositivi pensati per tale scopo, nel controller wireless è presente (in molti casi) uno schermo dal quale visualizzare le immagini in tempo reale di ciò che si sta filmando, così da essere il più precisi possibile e avere un’idea più accurata di dove si trovi il drone.

La potenzialità di tale sistema risiede nel poter installare qualsiasi tipo di telecamera, anche grosse e pesanti reflex nel caso si disponga di apparecchi con otto motori; rimanendo confinati nei droni più piccoli con solamente quattro eliche, si possono installare telecamere termografiche.

L’analisi termografica con i droni

Con termografia si intende la capacità di rilevare, mediante l’utilizzo di telecamere a infrarossi, lo stato termico degli elementi ripresi, visualizzando gli stessi con colori differenti in base alla temperatura. Un materiale freddo apparirà blu/azzurro mentre un elemento caldo sarà mostrato di colore rosso/giallo. Le quantificazioni del calore sono estremamente precise, specie in prodotti destinati all’uso industriale o professionale.

Le possibilità d’uso sono molteplici e l’Analisi Termografica con drone consente un vasto utilizzo dove prima erano necessari mezzi molto più costosi, meno agili e più invasivi. Alcuni esempi di applicazioni sono:

  • analisi termica degli edifici in ambito edilizio, per studiarne l’isolamento e individuare eventuali debolezze strutturali;
  • ispezione dei pannelli fotovoltaici per valutarne il rendimento e la distribuzione del calore, dove sono concentrati i picchi più alti così da apportare regolazioni in modo tale da ottenere il massimo rendimento;
  • ispezione delle linee elettriche per determinare quali siano i punti critici delle stesse, venire a conoscenza di possibili instabilità costitutive e quali siano i punti di contatto più problematici;
  • verifica della distribuzione di calore nei campi di realtà agricole, così da aumentare la precisione nelle coltivazioni indirizzando l’acqua nelle zone più aride;
  • ricerca di persone o altri esseri viventi in zone incidentate e di difficile accesso, utile soprattutto per i vigili del fuoco;
  • identificazione preventiva degli incendi, contribuendo al combattimento degli stessi e limitando il più possibile i danni causati a strutture e vegetazione.

Cos’è necessario per fare una termografia con drone?

Anche se il drone, come citato precedentemente, è ormai molto facile da pilotare e gestire, sono necessarie patenti e autorizzazioni.

Procedendo con ordine, un marchio noto nel mondo di tali velivoli è DJI, con quadricotteri professionali ma non costosissimi (per il tipo di lavoro da effettuare) come l’M100 o l’Inspire 1 in grado di rimanere in volo fino a 25 minuti oppure con prodotti più costosi come l’M200 o l’esacottero M600, in grado di estendere l’affidabilità in caso di perdita di uno o due motori e l’autonomia fino a 35 minuti.

In ognuno di essi è possibile installare la telecamera termica DJI Zenmuse XT, prodotta da FLIR, in grado di filmare con risoluzioni fino a 640×512 pixel, con precisione di rilevazione inferiore ai 50 milliKelvin e con la possibilità di cambiare lente in base all’esigenza.

Nel caso peggiore si può arrivare a spendere fino a 15 mila euro per un prodotto altamente dinamico e completo; costi recuperabili già dal primo utilizzo.

Patente ENAC necessaria per pilotare un drone professionalmente

Da quando l’Italia si è espressa in merito, tuttavia, è necessaria una patente per poter pilotare droni con queste caratteristiche:

  • Peso superiore ai 25 Kg;
  • Utilizzo sopra a persone o luoghi pubblici;
  • Utilizzo professionale e non amatoriale;
  • Possibilità di pilotare il velivolo oltre la portata visiva ad occhio nudo;
  • Necessità di allontanare il drone a più di 70 metri in altezza e 200 metri orizzontalmente.

La patente è emessa dall’Ente nazionale per l’aviazione civile ed è l’unico organo competente che possa rilasciarla.

Il drone non più uno strumento ludico

Se, inizialmente, i droni erano usati per scopi ludici e di passatempo, non ci è voluto molto prima che fossero adottati per attività più professionali data la loro semplicità d’uso e l’enorme risparmio che possono portare all’azienda. Le applicazioni sono moltissime e sono già numerose le realtà che si affidano a tale tecnologia per effettuare riprese termiche dall’alto.