Riforma Renzi

Nell’aprile del 2016 il capo del Governo, Matteo Renzi, ha presentato una legge di riforma costituzionale approvato dal Parlamento e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica, sul quale è stato poi promosso un referendum confermativo in data 4 dicembre. Il fatto che su tale riforma sia stata indetto un referendum confermativo non è un dato da sottovalutare: diversamente per quanto accade infatti per i referendum abrogativi ( disciplinati dall’art 74 della costituzione), i referendum confermativi, per essere validi, non hanno bisogno di raggiungere alcun quorum ne soglie di partecipazione. Il testo della riforma costituzionale promosso dal premier Renzi e redatto dal Ministro Boschi si pone la finalità di modificare alcuni articoli della nostra Costituzione, come l’art 70 e tutto il titolo V, già oggetto in passato oggetto di una revisione con la legge 3/2001 la quale andò ad incidere sull’art 117, alterando i rapporti tra stato e Regioni.

I PUNTI DELLA RIFORMA

Con un unico testo di riforma costituzionale, il Governo intende porre mano su diversi aspetti della nostra Carta Fondamentale, più volte definita inadatta a garantire le necessarie misure di stabilità, in un paese nel quale lo scontro politico assume dimensioni tali da non garantire quasi mai Governi solidi e duraturi nel tempo. Il disegno della riforma intende quindi operare in tal senso:

  • Modificare il titolo V della Costituzione: i dati elaborati dalla Corte Costituzionale rileva che a partire dal 2001, le dispute tra stato e regioni attinenti al reparto di competenze ha subito un impennata che ha determinato un ritardo nei lavori della corte;
  • Modifica della partecipazione popolare tramite i referendum: al di là dell’introduzione della soglia delle 800 mila firma per diminuire la soglia del quorum di validità, la riforma prevede anche l’introduzione di un referendum propositivo, al fine di garantire una maggiore partecipazione popolare sulle questioni di attualità;
  • Superamento del Bicameralismo perfetto, attraverso una modifica strutturale e funzionale della camera del senato: i nuovi senatori, in numero non superiore a 100, saranno eletti tra i consiglieri regionali e i sindaci locali, e si occuperanno di svolgere le funzioni assegnate al Senato dal nuovo art 70 della costituzione, appositamente modificato per ridisegnare i campi di competenza tra i due rami del Parlamento;
  • Abolizione dello CNEL, consiglio nazionale economia e del lavoro, nell’obiettivo di eliminare, a detta del Governo, un ente non necessario ai fini del funzionamento della macchina statale;
  • Abolizione delle provincie.