DALLA “CIASA DA FUM” ALLA VENTILAZIONE FORZATA

COSA è LA “CIASA DA FUM”?

Forse non ci rendiamo bene conto di quanto la tecnologia abbia rivoluzionato (e continui a rivoluzionare) i nostri stili di vita in tutti gli aspetti della nostra vita.

Una delle rivoluzioni più significative, di cui oggi abbiamo scarsa consapevolezza, è la salubrità delle abitazioni. A partire dal secolo scorso le case, non solo quelle dei ceti abbienti, sono state dotate di servizi igienici e l’acqua corrente, entrata nelle vite dei nostri nonni come una importante novità, oggi è un dato assodato e scontato in tutte le abitazioni. Ogni casa oggi deve avere degli standard minimi per garantire abitabilità, benessere e salute delle persone che vivono al suo interno. Un numero di finestre adeguato per garantire il ricambio dell’aria, un altezza e una grandezza minima degli ambienti, una superficie abitabile complessiva adeguata, bagno con i servizi igienici necessari. Questi importanti cambiamenti hanno comportato un miglioramento straordinario della qualità di vita delle popolazioni occidentali: non solo si sono allungate di pari passo le aspettative di vita delle persone, ma anche la qualità della loro vita e della salute. Secondo una stima dell’ONU proprio a causa di servizi igienico-sanitari inadeguati in molti paesi del mondo, muoiono ogni anno almeno due milioni di persone. Possiamo però farci anche noi un’idea di come vivevano i nostri antenati, fino a non troppi decenni fa, soprattutto in contesti economicamente fragili.

Presso il Parco delle Dolomiti Friulane è possibile visitare una antica “Ciasa da Fum” (Casa da Fumo), vecchia di 4 secoli che ci fa intuire come la maggioranza della popolazione nel passato viveva in ambienti insalubri, non solo nelle grandi metropoli (pensiamo alla Londra di Charles Dickens) ma anche nelle abitazioni dei borghi e dei villaggi più sperduti.

La “Ciasa da Fum” una abitazione tipica della popolazione della Val Cimolana, in Friuli. La casa si sviluppa con una muratura in pietra, su tre livelli fino alla copertura in legno e paglia. Al centro della casa al piano terra, stava il focolare che veniva acceso alla mattina per riscaldare l’abitazione. Non esisteva un camino, proprio per le caratteristiche estremamente infiammabili del tetto, ed il fumo si spandeva dei locali della casa fino a raggiungere l’ultimo piano. Per ridurre le conseguenze delle esalazioni le persone stavano accovacciate o si sedevano su delle panche alte appena quaranta centimetri da terra. Si approfittava del fumo appendendo un’assicella nella cucina su cui si disponevano per l’affumicatura carni e formaggi. Possiamo però immaginare cosa comportasse in termini di salute e di aspettativa di vita vivere in un contesto del genere.

AREARE I LOCALI PER BATTERE IL COVID

Prima del 2020 e della pandemia non avremmo mai immaginato che sarebbe stata una condizione normale, in inverno, negli uffici e nelle scuole, mantenere il riscaldamento acceso al massimo ed al contempo tenere aperte le finestre per facilitare al massimo l’aerazione degli ambienti di vita e lavoro.

La ricerca scientifica ha dimostrato che la trasmissione del virus SARS-CoV-2 avviene con due modalità, il contatto stretto con una persona portatrice del virus, attraverso le goccioline del respiro o per contatto diretto, ad esempio dopo aver toccato una superficie contaminata da una persona infetta. Mentre negli ambienti aperti queste condizioni possono essere tenute sotto controllo, questo è molto più difficile in ambienti chiusi, specialmente quando la permanenza per varie ragioni ha una lunga durata.

Da qui la buona pratica di areare i locali con regolarità, specialmente dove le persone permangono a lungo. Le linee guida indicano dai 3 ai 6 ricambi all’ora (12 per i locali dove soggiorna una persona infetta). Queste pratiche sono utili non solo per salvaguardarci da questo specifico coronavirus, ma anche da molti altri virus affini. Il contrappasso purtroppo è quello della dispersione energetica, un bel problema sia dal punto di vista dei costi come dal punto di vista ambientale.

L’aerazione NELLE NOSTRE CASE

Oggi la tecnologia ci viene ancora incontro per affrontare proprio questi problemi. Certo nessuno più è costretto a vivere, per fortuna, in una “Ciasa da Fum”, però anche nelle nostre case dove ogni stanza ha una sua adeguata finestratura, proprio il Covid ci ha mostrato che non è sufficiente per garantire la nostra salute. La risposta tecnologica performante è la Ventilazione forzata o più correttamente la Ventilazione Meccanica Controllata.

Impianti di questo tipo rispondono a più esigenze: ricambio continuo dell’aria (senza più necessità di dovere aprire le finestre), evacuazione di inquinanti, polveri, microorganismi, virus e batteri, mantenimento di elevate prestazioni energetiche senza dispersione di calore all’eterno, grande comfort per gli abitanti e maggiore tutela della loro salute. Questo tipo di impianti non sono fantascienza, già alcuni costruttori tra i più avveduti nel mercato immobiliare li propongono da tempo ai loro clienti, anche in contesti abitativi di piccole dimensione, dove però è maggiore l’attenzione e la cura della qualità delle unità abitative. Ad es. nel Veneto l’Impresa Pestrin si è specializzata proprio in interventi costruttivi con queste caratteristiche, poche unità molto curate, elevata efficienza energetica, tecnologie avanzate per contenere l’inquinamento acustico e ventilazione meccanica forzata e filtrata per un continuo ricambio e pulizia dell’aria. Questo è il futuro.

Probabilmente tra non molti decenni guarderemo alla pratica dell’apertura delle finestre per il ricambio dell’aria come a qualcosa di altrettanto incredibile come oggi ci succede visitando o scoprendo l’esistenza della “Ciasa da Fum”. Però qualcosa di molto concreto lo possiamo fare anche oggi, scegliendo di acquistare una abitazione che garantisca migliore qualità della vita, anche grazie alla ventilazione forzata.