Gli attacchi di panico cosa sono e come affrontarli efficacemente

Cosa sono gli attacchi di panico

Gli attachi di panico “ panic disorder”, sono riconosciuti dal manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM), come manifestazioni tipiche di chi soffre di un disturbo d’ansia. Viene rilevato da diversi studi che questa classe di disturbi, sono tra quelli psichiatrici i più diffusi, in percentuale maggiore si manifestano nel sesso femminile, piuttosto che in quello maschile.

L’attacco di panico, può essere descritto più semplicemente come una vera e propria perdita del controllo di noi stessi e del nostro corpo, fino al punto di non sapere quello che ci succede, infatti spesso chi si trova a vivere un avvenimento come questo per la prima volta tende subito a pensare che il malessere sia piuttosto legato a cause principalmente fisiche come un infarto o similari.

L’attacco di panico un vero e proprio incubo emotivo.

Alcuni chiamano l’attacco di panico come incubo emotivo, il quale si può manifestare come reazione naturale in seguito a situazioni dalle quali ci si sente in qualche modo minacciati, da cui l’istinto di dice di fuggire.

Ciò che succede è che il nostro corpo, alla vista del pericolo, produce un certo quantitativo di adrenalina con un successivo aumento della pressione sanguigna, accompagnate da paura ed ansia, allo scopo di far aumentare l’allerta rispetto all’oggetto o situazione potenzialmente pericolosa. Se ci fermiamo a riflettere, in realtà questa reazione al pericolo è tipica degli animali, che per istinto tendono a fuggire da ciò che minaccia la loro vita.

Il problema reale emerge nel momento in cui la paura dell’oggetto o della situazione diviene talmente sproporzionata al punto da farci avvertire sensazioni di malessere generale come: confusione, agitazione, smarrimento, distacco dall’ambiente circostante e irrealtà, paura di stare sempre più male fino a pensare di morire; possono anche presentare dolori fisici: crampi allo stomaco, difficoltà a respirare, dolori al petto, palpitazioni, sensazione di formicolio ovunque, di soffocamento, sudorazione eccessiva, nausea e vomito.

Gli attacchi di panico non sono pericolosi

Gli attacchi di panico non sono considerati pericolosi anche se non piacevoli, comunque di breve durata, di circa qualche minuto, il problema vero è che rimane nel paziente il terrore che tale avvenimento si ripresenti nel tempo, portando così la persona ad attivare dei comportamenti di evitamento di quelle situazioni che potrebbero portare al ripetersi dell’evento, fino al punto da compromettere tutte le sfere della vita di un individuo. Come già accennato, gli attacchi di panico sono tipici di chi soffre di un disturbo d’ansia, ma possono anche portare all’emergere di altri disturbi gravi, come la depressione.

Gli attacchi di panico e il disturbo di panico

Gli attacchi di panico possono presentarsi nella vita di una persona in maniera sporadica e saltuaria senza che questo comprometta il normale svolgimento della propria vita, sentimentale, sociale o lavorativa. Invece si può diagnosticare un vero e proprio disturbo di panico, laddove gli attacchi si manifestano in maniera ripetuta, in numero assai più elevato rispetto a coloro i quali non presentano tale tipo di disturbo.

Le cause

Le cause principali che possono provocare l’emergere di un attacco di panico  possono essere ad esempio, in seguito ad eventi traumatici, quindi si manifestano magari quando  siamo di fronte alla vista di qualcosa che ci ricorda quella determinata situazione che ci ha  traumatizzato in qualche modo, un incidente ad esempio, anche se non ci coinvolge direttamente; oppure può essere anche un odore particolare che ci riporta all’evento spiacevole.

Gli attacchi di panico si possono risolvere

Gli attacchi di panico si possono comunque risolvere in poco tempo, in maniera assolutamente spontanea, ma laddove questi si protraggono e si manifestano più spesso è sempre bene richiedere l’aiuto di uno specialista. Gli studi hanno rilevato che almeno un terzo degli individui hanno vissuto un attacco di panico, ad esempio a seguito di periodi particolarmente stressanti o legati all’assunzione di elevate quantità di alcol e caffeina, ovviamente in questo caso non si può parlare di disturbo di panico.

Quando si tratta di un disturbo di panico

Per  diagnosticare un disturbo di panico, è necessario che gli attacchi si presentino un numero di volte maggiore e che la persona provi in maniera continuativa la paura che l’avvenimento si presenti modificando drasticamente le proprie abitudini di vita, a livello terapeutico è quindi fondamentale capire la differenza tra l’uno e l’altro, in quanto devono essere trattati in maniera differente.

Quando si presentano gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico si possono presentare in qualsiasi momento della vita di una persona, alcuni credono che ci sia una forte componente ereditaria, in particolare per chi soffre di un disturbo di panico, ma esistono anche origini di tipo fisico come malattie, o persino dall’uso di sostanze legali, come farmaci o illegali che provocano sintomi tipici di alcuni disturbi d’ansia.

Attacchi di panico e disturbo d’ansia

Quindi per poter diagnosticare la presenta di un disturbo d’ansia, sono diversi i sintomi, le circostanze e le caratteristiche che lo specialista deve tenere in considerazione, con particolare attenzione al fatto che gli attacchi di panico possono essere si isolati, o legati ad un disturbo d’ansia, ma anche ad altrettante malattie psichiatriche, dunque fare una buona diagnosi è fondamentale per un corretto intervento e una possibile guarigione.

Gli attacchi di panico: terapia

 Gli attacchi di panico precedono uno stato depressivo

Gli attacchi di panico è provato che possono precedere uno stato depressivo, ma potrebbero verificarsi anche successivamente. Un’adeguata diagnosi e una tempestiva terapia potrebbe essere la chiave per trattare al meglio un individuo con questo tipo di disturbo, stando attenti ad intervenire  su entrambi le problematiche, per consentire così alla persona di superare lo stato di malessere in maniera ottimale.

 

Le terapie farmacologiche

Solitamente le terapie consigliate per chi soffre di attacchi di panico sono di tipo farmacologico, come ad esempio, molto diffusi  gli antidepressivi, i quali aiutano a prevenire gli stati ansiosi che possono far emergere dei veri e propri attacchi di panico, obiettivo principale delle moderne terapie.

Tra gli antidepressivi più diffusi sono i triciclici, i quali agiscono attraverso l’inibizione non selettiva, in realtà i farmaci non sono sufficienti al paziente che vuole guarire o quantomeno condurre una vita il più possibile normale.

La terapia psicologica

Oltre ai farmacologica diviene importante anche seguire un adeguata terapia psicologica che accompagni l’individuo a capire come poter gestire l’ansia che, come tutti gli altri esseri umani,  senza che questa poi si trasformi e sfoci in attacchi di panico.

Quindi un ottimale trattamento può prevedere, sia imparare a governare l’ansia, ad esempio attraverso l’apprendimento di tecniche di respirazione; cercare di controllare tutti quei pensieri che affollano la mente quando l’ansia avanza, quali la paura di morire, di perdere il controllo, di svenire, di soffocare; infine la terapia che più viene utilizzata dagli specialisti, è quella di mettere la persona di fronte alla situazione di cui più ha paura, piuttosto di evitarla, così che il soggetto riesca ogni volta di più a controllare gli stati d’ansia affrontando ciò che teme.

La psicoterapia cognitivo-corpontamentale

Negli ultimi 20 anni sempre più  diffusa è la “psicoterapia cognitiva-comportamentale detta di terza generazione, o terza onda”, la quale ha origine dalla terapia comportamentale nata negli anni 50′, in contrasto ad approcci come la psicanalisi, e alla terapia cognitiva che si va ad aggiungere a quest’ultima.

L’obiettivo principale della terapia cognitiva-comportamentale è quello di far imparare alla persona a distinguere tra: le sensazioni prettamente di tipo fisiche dell’ansia che precede gli attacchi di panico, crampi allo stomaco, dolori addominali, giramenti di testa, che comunque non sono assolutamente pericolosi; e i pensieri, cioè l’immaginazione che il paziente ha in merito all’evento, che lo fa percepire come rischioso e catastrofico, si tratta dunque di limitare il coinvolgimento cosciente dei significati che la mente crea.

Gli attacchi di panico, i rimedi fai da te

 Cosa dicono le statistiche

Gli attacchi di panico si configurano come una reazione personale ed eccessiva in merito a qualcosa che potrebbe accadere a noi o a chi ci sta più vicino. Essi si manifestano nella vita di una persona in momenti particolari, ad esempio in relazione ad eventi stressanti.

Le statistiche sostengono che almeno il 10 percento della popolazione ha vissuto un attacco di panico, ciò che emerge però è che nella maggior parte di questi soggetti la situazione non si sia ripresentata.

Ovviamente in questi casi rivolgersi al medico, in particolare ad uno specialista, è sempre bene, anche solo per approfondire le cause che possono aver portato all’emergere dell’episodio, così da poter eventualmente intervenire, per prevenire l’insorgenza di nuovi episodi.

Soprattutto laddove si sia a conoscenza del fatto che in famiglia ci siano già stati casi di attacchi di panico frequenti o disturbi d’ansia.

Questa informazione potrebbe essere utile per il terapeuta, così da diagnosticare un tipo di disturbo rispetto ad un altro, proponendo una modalità di approccio e cura sicuramente più adeguati, con migliori risultati in termini di guarigione.

Quali i rimedi naturali per prevenire gli attacchi di panico

Molti sostengono che esistano dei modi di intervenire per impedire che l’ansia porti all’insorgere di veri e propri attacchi di panico, sono dei metodi per così dire fatti in casa, che  aiutano il soggetto a controllarsi, come ad esempio respirare in un sacchetto di carta, che ha l’effetto di ridurre l’iperventilazione associata spesso agli attacchi di panico.

La persona è portata a credere che respirare in un sacchetto può aiutare ad evitare la sensazione di malessere, o anche conosciuto come effetto placebo. Il problema semmai nasce laddove la difficoltà a respirare non sia legata all’attacco di panico, bensì ad asma o peggio ad un infarto. Per questo non è sempre utile fidarsi dei metodi fai da te, in quanto potrebbero in alcuni casi peggiorare la situazione.

E’ anche vero che a chi è già stato diagnosticato in precedenza un attacco di panico, o un disturbo d’ansia, è ovvio l’efficacia di respirare in un sacchetto di carta o mettere in atto tecniche di rilassamento e respirazione, quando si presentano i primi sintomi. Utili in questi casi è dunque respirare profondamente e rilassare i muscoli delle spalle, cercando di percepire ed eliminarne la tensione, o anche spostare il corpo, un muscolo dopo l’altro, rallentando il respiro. Tutte queste tecniche possono essere molto utili ma comunque il consulto medico è sempre necessario.

Gli attacchi di panico notturni

Quando si verificano gli attacchi di panico

Gli attacchi di panico si possono presentare durante l’adolescenza e nella prima età adulta, ma non è detto che si verifichino di giorno, esiste la possibilità che questi si presentino anche durante la notte. Gli attacchi di panico notturni sono più complicati da riconoscere rispetto a quelli che solitamente avvengono durante le ore solari, i sintomi in realtà sembrano essere gli stessi: difficoltà a respirare, sudorazione, palpitazioni, grampi, dolori al petto, crampi allo stomaco, confusione, agitazione, smarrimento, distacco dall’ambiente esterno fino ad avere la sensazione di morire.

Attacchi di panico come incubi notturni

Alcuni sostengono che la percezione sia come vivere un incubo, la differenza sostanziale è che questo è realtà, il problema è per chi ha già avuto diverse esperienze di attacchi di panico notturni, emerge inevitabilmente il terrore di andare a dormire per la paura che l’episodio si possa ripresentare.

In questi casi esiste la possibilità che il soggetto sviluppi un disturbo del sonno, con difficoltà di addormentarsi, nonostante la stanchezza, o di svegliarsi spesso durante la notte con l’ansia di essere sorpresa da un attacchi di panico, compromettendo così la qualità di rilassamento e di sonno, questo nei casi peggiori può portare all’emergere di una vera e propria depressione.

La differenza tra gli attacchi di panico diurni e quelli notturni

Gli attacchi di panico notturni si differenziano da quelli diurni, in quanto i primi non necessariamente sono legati a stimoli esterni apparenti che ne possono provocare l’insorgenza, presentandosi in un ambiente visivamente rilassato.

Solitamente succede che la persona si prepara per dormire con estrema tranquillità ma viene assalita da una sensazione di angoscia generale, la preoccupazione comincia a divenire incontrollabile, con agitazione, sudorazione e palpitazioni che portano l’individuo a pensare di avere qualche grave problema di salute, lo stato di ansia e angoscia può durare pochi minuti o nei casi peggiori anche andare avanti per ore, fino a quando la persona non si addormenta. A questo punto è facile dare inizio ad un vero e proprio circolo vizioso.

Chiedi aiuto ad uno specialista

Il suggerimento è quello di chiedere aiuto ad uno specialista, anche per capire le possibili cause di questi episodi e affrontarle adeguatamente. La Dott.ssa Monia Ferretti psicologo con studio a San Benedetto del Tronto, da quasi 10 anni fornisce alle persone gli strumenti validi per uscire da situazioni difficili e riprendere in mano la propria vita.