I benefici dello zenzero? Sono tantissimi ma occhio alla provenienza

Guida all’acquisto del superfood più in voga del momento

I benefici dello zenzero sono tantissimi, non stupisce che in Italia si sia registrato un aumento record del 73% nel solo 2018.

Le stime, insomma, fanno pensare che nel 2019 il trend conquisti un'ulteriore crescita con grande soddisfazione di chi lavora nell'import-export di questo straordinario prodotto.

Merito dei benefici, certo, ma anche del fattore moda che, negli ultimi anni, ha dato una fortissima spinta a tutti i cosiddetti superfood.

Ma è tutto oro quello che luccica? Purtroppo no è, quando si fa la spesa, vige la regola della massima attenzione, accompagnata da una buona dose di informazione.

Dove informarsi? Beh, online esistono moltissimi portali come Ortofrutta.com, Italiafruit o il Corriere Ortofrutticolo che insegnano a stare in guardia da falsi superfood.

Insomma va bene sperimentare e i superfood restano una soluzione assai preferibile rispetto a integratori e medicinali ma la regola base per godere di ottima salute resta quella delle cinque dosi di frutta e verdura al giorno, preferendo l'ortofrutta di stagione, fresca e genuina.

Il monito di Coldiretti: “Occhio alle importazioni dalla Cina”

A spiegare il perché, a fronte di tanti benefici, lo zenzero possa rivelarsi addirittura dannoso è Coldiretti in una nota diffusa all'indomani della pubblicazione dei dati Nielsen, multinazionale statunitense che effettua quote e stime di mercato.

Gran parte dello zenzero che arriva in Italia – afferma l'associazione – benché comincino a prendere piede anche le coltivazioni nazionali, proviene dalla Cina e ha bassissimi livelli di sicurezza alimentare per contaminazioni microbiologiche.

Parliamo di aflatossine o di pesticidi che, oltre i limiti, possono addirittura vanificare i benefici e le virtù dello zenzero così decantati dalla scienza con tanto di pubblicazioni sulla stampa nazionale e internazionale.

Fino a quando le coltivazioni italiane non diventeranno più consistenti, insomma, il consiglio di Coldiretti è quello di preferire altri superfood come i frutti di bosco, anch’essi entrati nel paniere Istat spinti dalla domanda di salute degli Italiani.

More, mirtilli, lamponi e fragoline Made in Italy – continua la Coldiretti – sono riconoscibili dall’obbligo di indicare la provenienza in etichetta e fanno parte di quell’ampia gamma di “superfood della nonna” ai quali la tradizione popolare prima della scienza riconosce importanti proprietà benefiche.

Tutt'altra storia rispetto allo Zenzero che arriva in maniera massiva dalla Cina senza che si possa effettivamente controllare la filiera né le modalità con cui viene coltivato.

Altri superfood che Coldiretti propone di sostituire allo zenzero sono:

  • patate viola (anti tumorali, proprietà contro l'invecchiamento)
  • buccia di mele e pere cotogne (ricche di pectina che aiuta a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e glicemia nel sangue)
  • azzeruolo (ottimi ricostituenti e tonici)
  • pomodorino del Piennolo (antica varietà di pomodoro dalle proprietà antiossidanti)

Ti conisgliamo al proposito la lettura della nostra guida sui cibi più disintossicanti per il nostro corpo.

Le proprietà dello Zenzero

Detto questo, trovato il tipo di zenzero giusto, coltivato con tecniche virtuose e ben conservato, le sue proprietà sono straordinarie.

Questo prodotto è infatti considerato:

  • antiossidante
  • perfetto per prevenire i malanni di stagione come raffreddore, tosse e mal di gola
  • ideale per combattere le infiammazioni

Ma non solo, lo zenzero è anche indicato contro:

  • la nausea
  • colesterolo alto
  • glicemia

Secondo uno studio dell'Università di Copenhaghen, che ha messo a confronto lo zenzero con un medicinale (l'ibuprofene), la più in voga delle spezie è anche un potente antidolorifico.

Come consumare lo zenzero

Nei cocktail, negli estratti, sotto forma di infuso o nelle pietanze: lo zenzero può essere utilizzato in maniera davvero versatile sia nella ristorazione che in casa.

In entrambi i casi, tuttavia, affinché sia davvero un toccasana, deve essere coltivato in maniera virtuosa e nel rispetto delle normative italiane che, come noto, sono tra le più restrittive al mondo.